CURIOSITA
Sulle prime sembrerebbe una semplice statua di Buddha. Ma in questa scultura dell'XI-XII secolo dopo Cristo c'è molto di più di quanto possa apparire. Incapsulato al suo interno, come in uno scrigno, si trovano le spoglie di un monaco buddista ancora in meditazione, impegnato nella classica posizione del loto. Nel corpo del religioso non ci sono più organi, ma antichi rotoli di testi in lingua cinese: la scoperta, degna di un film di Indiana Jones, è di un gruppo di ricercatori del Meander Medical Centre di Amersfoort, non lontano da Utrecht, Paesi Bassi. La presenza della mummia all'interno della statua era già nota ai ricercatori: a rivelarla era stata, un anno fa, la tomografia computerizzata della statua, che aveva svelato il profilo di uno scheletro umano nascosto nella scultura. Secondo Erik Bruijn, esperto di arte e cultura buddiste e curatore ospite del World Museum di Rotterdam, il corpo apparterrebbe a un maestro buddista di nome Liuquan della Scuola Cinese di Meditazione, morto intorno al 1100 dopo Cristo. Gli organi del monaco sono stati probabilmente rimossi durante la mummificazione e sostituiti con rotoli forse considerati sacri. Questo porterebbe a pensare che Liuquan sia stato mummificato dopo morte e non si sia invece automummificato, un raro e antico processo di volontario abbandono del proprio corpo un tempo tentato da alcuni dei più anziani monaci buddisti, ma di cui ci sono giunte finora appena una ventina di testimonianze. La pratica - una sorta di lungo suicidio rituale - prevedeva alcuni anni di dieta a base prima di noci e semi, poi di infusi velenosi e radici, per eliminare i grassi corporei e preservare i tessuti dalla corruttibilità. Quando il monaco moriva, in una posizione di preghiera, il suo cadavere non veniva più toccato in alcun modo ed era venerato alla stregua di un santo. La misteriosa mummia in preghiera, che nel frattempo è stata trasferita in Ungheria, rimarrà esposta al Museo di Storia Naturale di Budapest fino a maggio 2015.
Fonte: Focus
Non è un mistero: la FAO e l'Unione Europea spingono affinché gli insetti entrino nella nostra dieta per ridurre la pressione alimentare che, stando alle previsioni, raggiungerà il culmine nel 2050. In Europa e in Nordamerica l'invito non ha finora avuto esiti molto favorevoli, indipendentemente dal riconoscimento delle proprietà nutritive degli insetti - che nessuno mette in dubbio - e dal racconto dei sapori riportato da noti personaggi, come il cuoco Carlo Cracco. Gli insetti sono consumati abitualmente nel mondo da almeno 2 miliardi di persone. Da alcuni anni prestigiose aziende offrono specialità gastronomiche dolci e salate a base di insetti vendute a caro prezzo via Internet. A New York nel quartiere East Village di Manhattan ha aperto The Black Ant (la formica nera). Un nome che è una promessa: il bicchiere del cocktail ha la crosta di sale punteggiata di formiche, il pesce marinato è decorato di formiche e lo stesso i dolci al cioccolato. Non sono banali formiche ma sono selezionate con cura: sono le messicane chicatanas, grandi insetti alati che, raccolti dopo le prime piogge, lavati e grigliati (in questa fase perdono le ali), vengono surgelati e inviati a New York. A San Francisco si può mangiare un fritto misto di insetti; a Santa Monica la scelta è tra grilli alla taiwanese, vermi marini in stile tailandese, scorpioni alla moda di Singapore. Vermi, grilli e altri insetti sono poi sul menu del ristorante parigino FESTIN NU . Tra i suoi piatti forti, lo scorpione d'acqua all'aglio nero fermentato e contorno di peperoni. Se non siete pronti ad affrontare le forme insolite degli insetti a tavola potete optare per preparati a base di farine, come le barrette di farina di grillo proposte in alcuni locali di New York. Oppure potete decidere che per voi è troppo e perciò ignorare una questione che però, prima o poi, tornerà a tormentarvi.
Fonte: Focus