USI E COSTUMI

Il copricapo piumato
č l'immagine che simboleggia questa terra.

Il fuoco da campo era il centro della vita sociale. Veniva acceso in mezzo allo spiazzo riservato alla danza e intorno ad esso si radunavano le tribų vestite a festa. I vecchi parlavano del tempo passato e i guerrieri narravano le loro avventure mentre i bambini ascoltavano in silenzio.

La tribų era il legame pių importante per gli indiani. Era guidata da un capo al quale era affidato il compito di organizzare la vita nel villaggio. Della tribų facevano parte indiani appartenenti ad un unico ceppo familiare. All'interno della tribų tutti dovevano svolgere un compito: gli uomini si occupavano della caccia,le donne delle faccende domestiche, i bambini accudivano i cavalli e gli anziani raccontavano ai bambini le storie dei loro antenati.

L'uomo della medicina, anche detto stregone,era l'uomo pių rispettato della tribų, perché a lui era riservato il compito di attirare la benevolenza degli spiriti e curare i malati.
Doveva interpretare anche i sogni che ogni persona della tribų faceva.
La ruota della medicina rappresenta il cerchio della vita e il suo evolversi.
La croce posta al suo interno, raffigura i quattro venti,le quattro stagioni della natura e della vita dell'uomo e le quattro direzioni.

messaggi e scrittura: i guerrieri delle praterie, comunicavano con il fumo e potevano trasmettere un messaggio a tante miglia di distanza.
Un altro tipo di segnalazione consisteva nell'uso dello specchio,spesso utilizzata nei combattimenti. Indiani di diverse tribų, fra di loro dialogavano a segni.
Gli indiani non avevano alfabeto, perciō scrivevano per mezzo di ideogrammi, che a volte erano incisi sul rame, ma anche su corteccia e pelli di animali
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la caccia: la caccia non era intesa come un divertimento, ma come necessitā di vita, perché con essa gli indiani si procuravano il cibo e l'abbigliamento per le loro famiglie.

Gli Indiani cacciavano il grande orso, il grizzly che regnava nelle foreste canadesi, alci caribų, linci, volpi, lupi e i bisonti delle praterie: tutti animali che fornivano le pelli per commerciare con i bianchi.

Molto ambite erano le aquile, preziose per le caratteristiche lunghe penne bianche con la punta nera e gli artigli. Le armi e le acconciature da guerra di uomini e cavalli avevano sempre qualche decorazione con piumaggio d’aquila.

I cacciatori non disdegnavano neppure istrici e porcospini. I giovani guerrieri li acciuffavano per gli aculei con cui costruivano le loro piccole armi, ma anche le squaws li usavano per adornare vestiti e mocassino, farne collane, arricchire le maschere e per mille altri impieghi.

Anche i castori venivano cacciati e giunsero, come i bisonti, sull’orlo dell’estinzione per la caccia spietata. L’Europa li richiedeva in grandi quantitā sia per pellicce che per i cappelli che andavano di moda all’inizio del 1800.

IL BISONTE

Gli Indiani cacciavano i bisonti solo per necessitā e non uccidevano pių animali di quelli che servivano loro.

Di una bestia abbattuta non buttavano via nulla. Le donne del villaggio scuoiavano gli animali uccisi, li sezionavano e dividevano le parti che venivano tutte impiegate per scopi diversi. La carne essiccata al sole e macinata veniva conservata per tutto l’inverno. Le pelli venivano seccate al sole e ammorbidite passandole con il grasso. Pelli e pelo  venivano utilizzati per produrre tepee, coperte, vestiti femminili, oltre che cappotti invernali, selle per cavalli, ornamenti, cuoio per scudi, recipienti, tamburi, mocassini e gambali. I tendini  e l’intestino si trasformavano in filo per cucire il pellame e per irrobustire gli archi. Con le ossa gli indiani facevano coltelli, punte di frecce, lance, strumenti musicali e oggetti di uso domestico. Dalle corna ricavavano cucchiai, bicchieri,  copricapo per  i guerrieri. Anche lo sterco seccato diventava combustibile per l’inverno.

La caccia dei bisonti veniva condotta a piedi  con varie tecniche. Quando venne introdotto il cavallo  e  il fucile a ripetizione per la caccia, si determinō un drastica diminuzione dei bisonti anche perché i bianchi  vedevano in essi una preziosa fonte di guadagno.

           “Il grande mondo dei Pellirosse              Come vivevano e cosa facevano.”

Gli indiani delle praterie erano popolazioni nomadi soggette a continui spostamenti.

Avevano bisogno di montare e smontare continuamente la loro abitazione.
Questa abitazione era
il tepee: il cui nome deriva da due parole:

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TE = abitare - PEE = usata per

Il tepee era fatto di pelli di bisonte conciate e aveva una forma conica verso l'alto. Le pelli erano sistemate su pali e tagliate per creare l'ingresso ma anche per fare uscire il fumo del fuoco che veniva usato all'interno. Queste aperture potevano essere rapidamente chiuse in caso di maltempo. Nel tepee vivevano tutti i membri della stessa famiglia. Lo spazio davanti alla porta doveva rimanere sempre libero.

 La pipa sacra veniva usata durante le cerimonie perché era considerato un oggetto sacro. Quando il Consiglio della tribų si riuniva o si riceveva un ospite, il calumet veniva passato fra i presenti che aspiravano una boccata, in segno di pace.

La pittura del corpo fu utilizzata dagli indiani, per difendersi dal freddo,dal vento, dalle scottature e dalle punture di insetti. Usavano di solito, colori forti ottenuti dalla miscela fra grasso animale e alcune sostanze coloranti.
 
Il guerriero indiano
era un abile combattente e fisicamente preparato. Il giovane guerriero, doveva affrontare le fatiche senza lamentarsi. Doveva essere atletico e pronto a privarsi di qualunque cosa e in grado di attraversare un territorio privo si sentieri, senza perdere la strada nč di giorno nč di notte.
Gli indiani, nei combattimenti, usavano diverse armi:

- il tomahawk, che era una piccola scure;

- la lancia, che era un'arma molto diffusa, era un'asta di legno alla cui estremitā c'era una punta di pietra scheggiata;

- l'arco e le frecce, che erano molto usati e permettevano di uccidere il nemico da lontano. Si resero particolarmente necessari per combattere l'uomo bianco che poteva disporre del fucile.

Esistevano due tipi di frecce: un tipo da caccia e un tipo da guerra. Le prime potevano essere recuperate e riutilizzate, mentre le seconde avevano la punta fornita da tanti piccoli uncini e fissata in modo che non si staccasse facilmente,cosė quando il nemico cercava di estrarre la freccia, la punta rimaneva dentro la ferita ampliando il taglio oppure creando infezioni;

- lo scudo che veniva costruito usando la pelle del collo del bisonte che veniva avvicinata al fuoco, che scaldandola, la rendeva ancora pių dura.

La guerra non era vista dagli indiani come un mezzo tramite il quale si potesse conquistare un territorio, perché la terra era di tutti e non poteva essere nč comperata nč conquistata. Era soprattutto un modo per dimostrare il proprio coraggio e di sfida alla morte. Gli scontri seguivano, di solito, un codice d'onore; venivano uccisi gli uomini, ma le donne e i bambini venivano salvaguardati e i tepee non venivano mai distrutti.

I guerrieri che dovevano attaccare, si preparavano danzando e pregando e attaccavano di solito prima dell’alba cogliendo cosė il nemico di sorpresa. Al termine dello scontro, gli indiani raccoglievano i corpi dei compagni per rendergli onore e celebrare il funerale. Portare a casa lo scalpo del nemico, era considerata una notevole prova di coraggio. Lo scalpo, consisteva in un incisione intorno alla testa del nemico, poi con un colpo secco si strappava il cuoio capelluto,

Prima di iniziare i combattimenti, il Capo spalmava sul viso dei suoi uomini un pugno di terra, invocando il Grande Spirito. Se durante il combattimento, si catturavano dei prigionieri,questi ultimi venivano portati al villaggio. Una volta arrivati, la loro sorte era decisa dal Gran Consiglio. Spesso, se si trattava di donne e bambini, venivano adottati dalla tribų e diventavano come loro.

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