ISTITUTO COMPRENSIVO CAMOZZI - SCUOLA PRIMARIA PAPA GIOVANNI XXIII

ANNO SCOLASTICO 2004/05 - Classi II° A COCCINELLE e II° B FARFALLE

FARFALLE E COCCINELLE IN VIAGGIO: I SENTIMENTI

LE  NOSTRE

STORIE

IL BAMBINO SOLITARIO E LO GNOMO

Michele aveva otto anni e viveva in una casetta ai margini del bosco. Era triste, anzi molto triste, perchè i suoi genitori erano morti in un incidente.

Chi vegliava su di lui era Ignazio lo gnomo che viveva nel tronco dell’albero più vecchio che ci fosse in quel bosco.

Il bambino aveva l’abitudine di giocare degli scherzi allo gnomo per sfogare la tristezza che aveva nel cuore.

Il povero Ignazio doveva sopportare: le rane nelle ciabatte, le lucertole nell’armadietto delle pentole, le formiche nel cassetto delle mutande e dei calzini; ma non si arrabbiava mai con Michele, perché gli voleva bene e capiva che lui soffriva tanto per la mancanza dei genitori.

Il bambino aveva due grandi passioni: inventare giochi, magari costruiti da solo, e la cucina.

Un giorno dopo aver preparato, con una tavoletta di legno e della corda, un’altalena, decise di andare nel bosco per trovare l’albero adatto per attaccarla e così divertirsi a dondolare.

Cammin facendo si accorse che in quella zona del bosco c’erano molti funghi, more, lamponi e dolcissime fragoline, così decise di raccoglierli per la cena che avrebbe preparato per sé e lo gnomo.

Senza accorgersi era giunto in una zona del bosco che non conosceva, perciò cercò l’albero più alto per arrampicarsi per cercare di vedere la strada che l’avrebbe riportato a casa.

La sua casa, però era nascosta dal folto dei rami, perciò non riuscì a vederla, quindi capì d’essersi perso.

Immediatamente scese e decise d’incamminarsi ugualmente cercando di ricordare i luoghi dove era passato prima; ad un tratto arrivò ad un bivio e scelse il sentiero di sinistra.

Intanto Ignazio, vedendo che Michele non tornava, si preoccupò ed andò a cercarlo chiedendo aiuto agli elfi e ai folletti.

I folletti chiesero a tutti animali del bosco se l’avevano incontrato e così domandando giunsero al luogo dove era stato Michele; seguendo le sue impronte lo individuarono e poi lo riferirono allo gnomo.

Nel frattempo gli elfi avevano avvistato una famiglia composta da: padre, madre, due figlie e un bambino. Gli elfi lo riferirono allo gnomo.

A questo punto ad Ignazio venne l’idea di far incontrare il bambino con quella famiglia, perciò, dato che stava percorrendo un sentiero che li avrebbe allontanati da Michele, si affrettò a mettere sul loro cammino un cartello che li avvisava di un burrone. La famigliola cambiò subito direzione.

Alessandro, che era il più piccolo dei tre bambini, aveva l’abitudine di correre sempre avanti a tutti, perciò fu il primo a vedere un bambino addormentato su di un mucchio di foglie ai piedi di un albero.

Con un urlo d'Alessandro, Michele si svegliò e vedendo la famiglia chiese loro aiuto. Il padre si ricordò d'aver visto la casa ai margini del bosco per cui tranquillizzò Michele affermandogli che l'avrebbero accompagnato.

Lungo il cammino Michele raccontò la sua storia ed Alessandro, sentendo che era orfano, propose alla mamma di adottarlo così da esaudire il suo desiderio in pratica quello d’avere un fratello.

Giunsero così alla casetta di Michele e la mamma spiegò a tutti il desiderio d’Alessandro; tutti risposero in coro che erano d’accordo.

Il giorno seguente, prima di partire per la città, Michele insieme ai nuovi fratelli, andarono a salutare Ignazio che promise di andarli a trovare in inverno mentre loro avrebbero passato le estati nella casetta.

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