PADRONI: POCHI MA RIVOLUZIONARI

 

I pochi padroni che avevano il possesso delle terre tolsero ai contadini le terre comuni, impedendo loro di avere terre da lavorare; l' unico modo per un agricoltore di continuare il suo lavoro era offrirsi come bracciante, ma difficilmente veniva assunto poichè i proprietari terrieri selezionavano molto duramente i loro lavoratori; era quindi obbligato ad andare a lavorare in fabbrica o in miniera, con un salario inconsistente, ma perlomeno assicurato.

I padroni di fabbriche diedero inizio ad uno sfruttamento che mai, prima d'ora era stato così consistente. Inoltre suddivisero i lavori degli operai, cioè ogni operaio seguivano sempre un singolo momento della lavorazione, cosa che li rese veramente rivoluzionari. Si fecero prendere dal "macchinesimo", affidando gran parte del lavoro a macchine guidate dagli operai che però non vedevano il prodotto finito, essendo addetti ad una sola fase della produzione dovevano, per tutta la durata del loro turno lavorativo, prestare attenzione ad una sola operazione. Per esempio il mestiere di fare uno spillo si divideva in circa 18 operazioni: un operaio tirava il filo di metallo, un altro lo drizzava, un terzo lo tagliava, un quarto lo appuntava, un quinto lo arrotolava all'estremità dove doveva farsi la testa, oltre a queste fasi c'erano tutte le operazioni per fare la testa, collocarla, pulire gli spilli e disporli dentro la carta. 

TORNA ALL' INDICE