SFRUTTAMENTO E CONDIZIONI MISERRIME DEGLI OPERAI
Gli operai dovevano essere alle filature e alle tessiture meccaniche alle cinque del mattino per poi andarsene a casa alle venti,talvolta pure alle ventuno. In inverno l' entrata era frequentemente ritardata fino allo spuntare della luce solare, ma gli operai non lavoravano per questo motivo un minuto di meno, cosicchè quando uscivano la notte era già inoltrata.
Avevano solo brevi pause per il pranzo e la cena e non lavoravano mai meno di tredici ore e mezza al giorno, senza un solo giorno di pausa all' anno. Vi erano tra gli operai numerose donne, pallide, magre, tristi, che camminavano a piedi nudi in mezzo al fango e che in caso di pioggia si riparavano con il loro sopragonna. Tra loro si riparavano un numero consistente di bambini non meno sporchi, non meno smunti, coperti di stracci impregnati di olio dei telai. I bambini non avevano un cesto o una paga sufficiente per comprarsene uno; mettevano il loro pezzo di pane (cosa per loro sufficiente per un' intero giorno) tra gli stracci che facevano loro da vestiti. Gli operai erano così scoraggiati, sfruttati e maltrattati che alcuni speravano nella morte.
Le loro abitazioni erano squallide, con melma sul pavimento, e bisogna proprio entrarci, in una casa così, per capire i sentimenti degli operai di allora: raramente in queste case l' aria era respirabile e se i pavimenti avessero avuto mattonelle non sarebbe cambiato nulla perchè lo stato di sudiciume avrebbe nascosto le piastrelle la presenza di un' unica apertura circolare rendeva l' aria irrespirabbile.