istituto comprensivo camozzi
scuola primaria g.rosa
anno scolastico 2012-13 . classi quinte
SONO UNA BAMBINA ROMANA E ABITO A BERGOMUM
La mia
è un piccola città. Io sono Miriam, sono plebea e abito a Bergomum. Ho un'amica,
pure lei plebea, Elisam. Un giorno nel foro vidi due bambini circa della mia età
sicuramente patrizi; lo capivo perché avevano in mano un tavola ricoperta di
cera e uno stilus. Io ed Elisam ci avvicinammo e, senza ricordarci che siamo
plebee, chiedemmo:
- Qual
è il vostro nomen?
- Io
Mattium e lui Omar.
-
Quanti anni avete?
- Io
XI e Omar X, ma voi come vi chiamate?
- Io
sono Miriam e lei Elisam, abbiamo X
anni!
Da
quel momento diventammo amici. Mattium mi chiese:
-
Questa sera venite qui alla settima ora?
- Ci
saremo!
Stavamo per dirci una cosa quando la mamma di Elisam ci chiamò:
-
Elisam! Miriam! La cena è pronta!
Allora
scappammo, se no chi le sente le mamme? Andammo verso la nostra insula. Lì ci
conosciamo tutti ed il papà di Elisam e il mio sono artigiani e lavorano nella
bottega. Entrando in casa c'è odore di legno fresco. Io abito con Elisam e la
sua famiglia nello stesso appartamento. La nostra casa è il posto più bello del
mondo anche se ci viviamo pigiati. La cena è costituita da zuppa di ceci, pane
raffermo e un pezzo di formaggio duro.
Finalmente è la settima ora. Scendendo nel foro era tutto buio. Vedemmo due
figure avvicinarsi. Erano Mattiam e Omar con ancora le tavolette e lo stilum di
questa mattina. Guardandoli meglio si vide che si erano vestiti di fretta. Loro
ci misero un po' a capire che eravamo noi, poi finalmente ci chiesero:
-
Visto che voi avete libertà di movimento, venite nella nostra domus!
- Va
bene!
Nel
buio ci incamminammo verso la parte più alta di Bergomum. Arrivati vedemmo una
grande casa con tanti piani. Entrando la casa era vuota. Come se ci avessero
letto nel nostro pensiero ci avvertirono:
- I
nostri genitori sono dall'Imperatore, quindi abbiamo la casa tutta nostra.
Poi ci
guidarono in una sala grandissima. Mattium ci disse:
-
Venite nella nostra stanza!
Ci
incamminammo ed entrando la vedemmo: c'erano grandi mosaici colorati che
rappresentavano varie fasi della scuola, poi loro ci dissero:
-
Vorreste imparare a scrivere?
- Se
volete voi, noi impareremo.
Dopo
andammo in taverna e lì imparammo a scrivere "IO SONO MIRIAM E LEI E' ELISAM".
Era molto semplice. Stavamo per scrivere qualcos'altro quando la stanchezza ci
indicò che probabilmente era giunta la nona ora serale e noi dovemmo salutarci.
Loro
si offrirono di accompagnarci perché le femmine potevano essere rapite se erano
da sole, quindi andammo insieme. Avevamo paura, ma Mattiam e Omar erano maschi,
forti e più coraggiosi di noi. Era molto buio e non sapevamo cosa ci sarebbe
successo. Finalmente arrivammo alla nostra insula e lì ci salutammo. Noi andammo
in casa e sentimmo il solito fruscio d'acqua, che era prodotto dall'acquedotto.
Quella
sera dormimmo bene ripensando a quello che avevamo fatto quel giorno. La mattina
dopo io ed Elisam ci cambiammo velocemente e scendemmo nel foro. Non vedevamo né
Mattiam né Omar. Il foro era molto affollato, c'era chiasso. Io ed Elisam stemmo
molto vicine per non perderci di vista. Ad un certo punto vedemmo Mattiam e Omar
che correvano verso di noi. Quando ci raggiunsero ci dissero:
-
Abbiamo passato tutta la notte a pensare che se vi fingete nostre sorelle
potreste venire a scuola con noi e faremmo di tutto per farvi accogliere nella
nostra classe! Anzi, diremo che se non sarete nostre compagne di classe e se non
sarete anche nostre vicine di banco lo riferiremo all'Imperatore! Vi va?
-
Certo!
Andammo a scuola e quando entrammo Mattiam e Omar ci dissero:
-
Abbiamo portato dei vestiti da patrizie.
Ci
vestimmo ed entrammo in classe. Lì c'era il magister che disse:
-
Mattium e Omar Pauli filii, siete in ritardo! Questo vi costerà dieci colpi di
frusta…e voi due, chi siete?- chiese a me e ad Elisam.
Mattium disse:
- Sono
le nostre sorelle e se non le tiene qui e se non le mette vicine a noi lo diremo
all'Imperatore!
Il
magister sembrava terrorizzato e subito disse:
- Va
bene, ma qual è il loro soprannome?
Rispose Mattium:
- Il
loro NOME è Miriam ed Elisam - disse indicandoci.ù
Ci
sedemmo e il magister spiegò:
- Oggi
impareremo a fare eloquenza!
Dopo
un po' di ore la scuola finì e noi andammo a casa. Prima di arrivare al foro ci
togliemmo i vestiti e rimettemmo i nostri, poi chiedemmo a Mattium e a Omar:
-
Volete venire a mangiare a casa nostra?
- Va
bene!
Entrammo nell' insula e li guidammo:
-
Questa è la taberna.
Dopo
un po'arrivammo in casa e la mamma di Elisam disse:
_
Finalmente siete arrivate! ... Loro chi sono?
- Sono
Mattium e Omar Pauli filii e si fermano a pranzo!
Danielam urlò:
- Come
mai avete portato dei patrizi qui? Non riusciamo a mangiare quasi noi, come
potremmo dare da mangiare a loro?
Mattium disse:
- Noi,
se non vi offendete, abbiamo portato del cibo per tutti voi in questo
appartamento.
Danielam si calmò e allora mangiammo tutti e i grandi non smettevano mai di
ringraziare Mattium e Omar che chiese:
- Io,
Mattium, Miriam ed Elisam potremmo andare in taberna a fare i compiti?
Danielam disse:
- Sì…
a fare i compiti!???! Come mai i COMPITI? - noi però eravamo già scappati.
Lì
facemmo i compiti e poi giocammo un po' finchè Andream e mio padre ci
scacciarono fuori. Mattium e Omar ci ringraziarono e andarono a casa. Noi,
felici, andammo nel foro con Davidum, Filippus, Iulia, Andream, Andreus a
giocare. Poi alla quarta ora tornarono Mattium e Omar che dissero:
-
Venite ancora da noi, magari anche a dormire?
-
Chiediamo alle mamme.
Le
mamme acconsentirono. Andammo così nella loro domus. Lì mangiammo a sazietà e
Omar ci chiese:
-
Siete mai uscite dalle mura?
Noi
facemmo il segno no e lui continuò:
-
Bene, allora stanotte usciremo dalle mura ed esploreremo l'esterno di Bergomum!
Io ero
stupita, ma Elisam disse:
- Noi
verremo! Non ci perderemmo mai questa avventura!
Mattium annunciò:
-
Allora alla nona ora andremo fuori dalle mura!
Io,
Omar ed Elisam rispondemmo:
-
Sì!!!!
Facemmo cena e poi aspettammo che la stanchezza ci avvisasse che era la nona
ora.
Uscimmo dalla domus e sgattaiolammo vicino alla prima porta e stordimmo le
guardie. Uscendo c'erano molte meraviglie che non avevamo mai visto:
l'anfiteatro, i cimiteri e dei templi molto piccoli. Ad un certo punto sentimmo
un fruscio… Mattium ed Omar erano pronti per colpire chiunque fosse stato, ma
vedemmo che era solo un coniglietto.
Poi
scorgemmo una persona incappucciata che stava versando qualcosa nell'acquedotto
e sentimmo che diceva:
-
Ecco, con questo veleno moriranno tutti i Bergomumti!
Noi,
spaventati, tornammo verso le mura, ma quel tizio ci afferrò e disse:
- Non
vorrete avvertire i Bergomumti, vero?
Noi
non rispondemmo e lui continuò:
-
Questo è il mio piano: metterò il veleno nell'acqua e avvertirò i Bergomumti,
così sarò reintegrato fra loro!
Noi lo
guardammo bene e capimmo che era Marius Marii filius, che era stato cacciato da
Bergomum quando aveva tentato di avvelenare l'acqua. Secondo mia mamma era un
pazzo omicida. Ad un tratto qualcuno alle sue spalle lo colpì e noi scappammo
verso Bergomum, spaventatissimi ed io pensai:
-
Dobbiamo avvertire tutti! - e lo proposi a Mattium che fu d'accordo. Mattium e
Omar avvertirono i patrizi e noi i plebei e allora si usò l'acquedotto di
riserva. Di lì a pochi mesi nacquero quattro bimbi maschi, due miei fratelli e
gli altri due fratelli di Elisam.
Io li
chiamai uno Romolo e l'altro Remo, come i due fondatori di Roma, ed Elisam li
chiamò uno Augusto e l'altro Odoacre. Le nostre mamme erano contente che ci
fossero altri maschi in famiglia. Io ed Elisam eravamo le uniche che riuscivano
a distinguerli, perché erano nati lo stesso giorno, lo stesso mese e lo stesso
anno ed erano molto simili tra loro. Danielam a volte prendeva Romolo al posto
di Augusto e mia mamma Odoacre al posto di Remo. Mattium e Omar scoprirono che i
loro genitori sarebbero rimasti per sempre dall'Imperatore e quindi vissero con
noi, solo che ci furono dei cambiamenti: tutti i fratelli e sorelle di Elisam e
miei sarebbero andati a scuola con noi.
Questo
fu l'inizio dei diritti dei plebei uguali a quelli dei patrizi.
Io,
Mattium, Elisam e Omar eravamo i salvatori di Bergomum, ma non abbiamo capito
ancora chi era quello che ci ha salvati dal pazzo omicida.
Noi
siamo una famiglia un po' strana: ci sono due mamme, due papà, due fratelli
patrizi, gli altri plebei, ma Mattium dice che siamo una famiglia plebetrizia,
ovvero plebea e patrizia.
Questa
è la mia storia, di Elisam, di Mattium e di Omar che viviamo a Bergomum e
l'abbiamo salvata.