istituto comprensivo camozzi

scuola primaria g.rosa

anno scolastico 2012-13 . classi quinte

“SONO UN BAMBINO ROMANO E ABITO A BERGAMUM”

 

Autore: Davide L., 5B, G.Rosa

 

 

Il 21 Maggio 2013, alla scuola “G.Rosa”, nella classe 5B la maestra Franca ha proposto ai propri alunni di fare un testo sulla gita fatta il 15 Maggio dello stesso anno, proponendo due opzioni possibili: la prima, era quella di fare un testo “normale” sulla gita, la seconda era quella di mettersi nei panni di un bambino romano che abita a Bergamum, e uno di questi alunni ha scelto la seconda opzione.

Davide L*****, 11 anni, è il bambino in questione.

Aspettando pazientemente il suo turno per andare alla cattedra per leggere il suo testo, ascoltava quello dei suoi compagni. Dopo aver ascoltato il testo di tredici dei suoi compagni, la maestra estrasse un nome:-”Davide L*****!”- esclamò.

“Quel nome era il mio!” pensai.

Mi avvicinai con cautela alla cattedra, il cuore mi batteva in gola, ero emozionato.

La maestra Franca disse:” Dai, leggi il tuo testo”.

Ed io, con un groppo allo stomaco, cominciai a leggere.

“C'era una volta un bambino di famiglia patrizia di nome Davidum, figlio dell'uomo più ricco di Bergamum, Caius Cornelius Minicianus Robertum Cai Filius e di sua moglie, la mamma che era sempre gentile con tutti, anche con i più poveri, Sabrinas Moglius Filius Cai Dantes, che era suo padre, e di sua madre Mariangiolas.

Davidum, suo padre e sua madre vivevano nella grandissima preziosa e spaziosa “domus aurea”, una casa più grande della domus normali, fatta di oro e pietre preziose.

Bergamum era una città bella e splendente, dove anche la persona più povera del mondo era diventata ricchissima, e tutto per merito della famiglia di Davidum.

Lui si svegliava quando il gallo Cedrone, puntuale come sempre, cantava alle nove di mattina, e non c'era orologio più puntuale di lui.

Mangiava tanta frutta e carne percolazione, indossava una veste con diamanti, rubini, pagliuzze d'oro, zaffiri e tantissime altre pietre con cui pagava quello che comprava.

Preparava la bisaccia e si lavava, andava a scuola a piedi e, arrivato in classe, salutava i suoi compagni: Andream B., Omarum, Michelum, Miriam, Elisas, Jaynes, Filippus, Mattiam, Davidum, Andreas M, Irginum, sofias, Camillam, Cristianus, Alessandrum, Giorgium, Edoardus, Arianna, e ovviamente , lui.

La borsa era semrpe pesante perchè conteneva ogni giorno le stesse cose: tre tavole di creta, tre tavole di argilla, tre di terracotta, uno stilus (una specie di penna per scrivere)  adatto per ogni tipo di materiale, l'astuccio, dieci papiri ed una penna per scriverci sopra.

La scuola durava poco: dalle dieci a mezzogiorno.

Si mangiava, si facevano lavoretti, e, chi voleva, poteva esercitarsi in quello che voleva nelle apposite aule

Poi si andava in giardino o al parco ( a seconda di cosa volevano fare gli alunni) e si giocava per tre/cinque ore, alla fine delle quali si andava alle terme.

Ci si faceva fare un massaggio prima di entrare  nel “tiepidarium”,una vasca piena di acqua tiepida riscaldata da tante caldaie sotterranee, si entrava poi nel “calidarium” pieno di acqua calda, e dopo essere tornati nel “tiepidarium” si concludeva la visita al “frigidarium”, per un bagno freddo che riattivasse la circolazione.

Dato che i bambini non potevano, al contrario dei grandi, fare la “visita” come diremmo noi, al “reparto massaggi” finali, ci si divertiva in cortile a costruire oggetti di legno.

 

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