istituto comprensivo camozzi

scuola primaria g.rosa

anno scolastico 2012-13 . classi quinte

SONO  UN  BAMBINO  ROMANO  E  ABITO  A  BERGOMUM

Quella mattina mi svegliai e …  Ops, scusate, non mi sono ancora presentato.

 Il mio NOMEN è Alessandro, il mio COGNOMEN è G***** e appartengo alla tribù dei VOUTRI. Sono abbastanza alto, ho gli occhi verdi e i capelli di lunghezza media e castani. Ho XI anni e vivo con la mia famiglia a BERGOMUM. Mio PATER è un famoso IIIIVIR ed è sempre impegnato con il NEGOTIUM. Mia MATER si occupa delle faccende di casa e mia SOROR la aiuta e impara da lei perché non va a scuola. Vivo in una DOMUS che, seppur non molto grande è gran lussuosa e dispone di tutte le comodità necessarie. OK, adesso che mi sono presentato vi racconto di una giornata qualunque.

 Quella mattina mi svegliai e sentii subito il trambusto proveniente dall’ atrio: mio PATER doveva andare al NEGOTIUM ma era in ritardo. Immediatamente mi ricordai che dovevo andare anch’ io a scuola e subito mi misi in azione. Andai subito in cucina e chiesi a mia MATER se mi preparava la colazione mentre io mi vestivo. Corsi subito nel mio CUBICULUM e indossai frettolosamente la mia TOGA senza maniche che mi strinsi in vita con una cintura. Poi mi precipitai in cucina e mangiai voracemente la mia IENTACULUM che mi aveva preparato mia MATER: una fetta di pane con spalmato del miele e un bicchiere d’acqua. Infine presi i miei oggetti scolastici (il codice, l’abaco,lo stilo e i rotoli), salutai mia MATER e mia SOROR e uscii di casa. La strada per la scuola non ere lunga e io ci andavo sempre da solo. Percorsi una parte di una strada secondaria che saliva fino ad arrivare al foro (Piazza Vecchia) in cui c’era sempre molta confusione e trambusto. Lì svoltai a destra e, percorrendo il CARDO, arrivai alla TORRE DEL GOMBITO. Poi continuai per una stradina secondaria e infine giunsi a scuola. Vidi subito i miei amici Mario e Claudio e andai subito da loro per salutarli. Mario era robusto, alto, forte e un po’ stupidotto  mentre Claudio era gracilino e basso. Poi entrammo a scuola: era L’ ORA NONA. La nostra scuola (unica in BERGOMUM) era all’aperto e c’erano solo due classi unicamente di maschi da circa XX alunni perché erano in pochi a potersi permettere la scuola. Sedevamo su sedie disposte in cerchio e al centro sedeva l’istruttore. Il nostro istruttore era severo ma insegnava bene. Quella mattina avevamo latino e matematica. Presi subito il CODICE e iniziai a leggere la lettura che ci aveva assegnato. Poi ci disse di fare il riassunto di quella lettura. Finito quel lavoro che la lezione di latino era terminata conclusa e di prendere l’ ABACO per la lezione di matematica. Ci diede subito dei calcoli da eseguire che eseguii senza difficoltà e dopo ci spiegò una nuova regola per le sottrazioni. Infine ci annunciò che la giornata scolastica era terminata e che potevamo andare a casa. Era circa l’ ORA MEZZA. Immediatamente tutti si precipitarono fuori da scuola, contenti che per quel giorno non dovevano più subirsi la lagna dell’istruttore. Io andai dai miei amici Claudio e Mario per invitarli a vedere all’ ANFITEATRO una gara di bighe. Loro accettarono e ci demmo appuntamento al FORO all’ ORA TERZA. Poi andai un attimo ai bagni pubblici che distavano solo CC metri dalla scuola per fare un bisognino Uscito dai bagni pubblici tornai alla mia DOMUS percorrendo a ritroso la strada che avevo fatto per andare a scuola. Arrivato alla DOMUS entrai e salutai mia MATER. Lei mi disse di andare in cucina che era pronto il PRANDIUM.  Lì mi stavano aspettando mio PATER e mia SOROR e un attimo dopo arrivò anche mia MATER. Quel giorno per PRANDIUM mangiai del pesce con dell’insalata e un po’ di frutta. Io bevvi, ovviamente, l’acqua, mentre mio PATER e mia MATER un po’ di vino allungato. Di solito noi facevamo l’ IENTACULUM e il PRANDIUM senza mangiare molto, invece la CENA era a più FERCULAE con cibi prelibati di tutte le varietà. Finito il PRANDIUM chiesi a miei se potevo uscire a giocare mentre loro stavano alle TERME. Infatti era loro consuetudine andare alle TERME ogni pomeriggio per lavarsi e rilassarsi. Loro mi risposero che andava bene, ma che avrei dovuto tornare alla DOMUS entro il tramonto . Li ringraziai e uscii. Mancava ancora circa un’ora all’appuntamento con i miei amici, quindi percorsi circa DCC metri e arrivai in un prato dove c’erano già molti bambini. Stavano giocando a un gioco che consisteva nel lanciare delle palline di tessuto in cerchi protetti dagli avversari. C’erano IV squadre ognuna composta V da giocatori. Quando chiesi loro se potevo giocare esitarono un attimo, ma poi accettarono e mi misero nella squadra in svantaggio. Mi misi subito a giocare rubando palle e lanciandole nei cerchi avversari. Mi stavo divertendo molto, tanto che quasi mi dimenticai dell’appuntamento con i miei amici. Smisi subito di giocare e salutai quei bambini, poi corsi su per la strada fino ad arrivare al FORO tutto ansimante. Per fortuna vidi che Mario e Claudio erano ancora lì e subito corsi da loro. Mi scusai per il ritardo e spiegai il motivo. Loro non si arrabbiarono e partimmo per l’ ANFITEATRO. L’ANFITEATRO di BERGOMUM non era molto grande, ma ospitava sempre eventi di grande fascino. Quel giorno andavamo a vedere una gara di bighe molto attesa. Ci mettemmo circa un quarto d’ora ad arrivarci. Arrivati lì pagammo III sesterzi e poi varcammo le grandi porte del ANFITEATRO. Notammo subito che ad assistere a quello spettacolo c’era molta gente ma noi riuscimmo comunque a sederci in un posto con una buona visuale sulla pista. Ci sedemmo ai nostri posti X minuti prima che la gara cominciasse, quindi riuscimmo a vedere gli aurighi che si scaldavano sulle loro bighe. C’erano IV batterie e il vincitore di ognuna di queste sfidava i vincitori delle altre batterie e chi vinceva era il vincitore della gara. Ogni biga faceva V giri di pista. Gli aurighi della prima batteria si appostarono sulle rispettive bighe e si prepararono per il via alla gara. Immediatamente un suono, talmente acuto da far venire i brividi, squarciò l’aria e le bighe sfrecciarono velocissime nel circuito. Partì meglio la biga verde che si posiziono subito al primo posto seguita dalla biga rossa, poi da quella gialla e infine da quella blu. Subito la biga gialla partì all’attacco e facendo una bella accelerazione riuscì a superare la biga rossa portandosi in seconda posizione. Era passato un giro. La biga blu tentò un’ accelerazione ma prese male una curva e uscì fuori pista. Subito un boato di delusione si levò dalle tribune. La biga gialla si lanciò all’attacco di quella verde che riuscì bene a chiudere la traiettoria dell’avversario. Ma la biga gialla con molta determinazione si all’attacco e questa volta l’auriga della biga verde non poté fare niente, la biga gialla passò in prima posizione. Alla fine la gara si concluse con la biga gialla al primo posto e quindi passò alla finale. Mancavano ancora circa II ore prima che il sole calasse. Le altre III batterie non furono meno eccitanti della prima e alla fine i vincitori passarono alla finale. Gli aurighi erano concentratissimi sulle loro bighe. Quei secondi di attesa sembravano lunghissimi. Al via le bighe partirono velocissime. Ci furono sorpassi e scontri e quei V giri passarono velocissimi. Alla fine la biga verde “tagliò” il traguardo per prima e quindi ci fu il vincitore. Dopo di che, ci furono le premiazioni e al vincitore, un certo Gennaro, furono dati una piccola targhetta in pietra per ricordare la sua vittoria e VI AUREI. Io m’ accorsi che stava per venire buio, Quindi salutai i miei amici e corsi via. Corsi per tutta la strada di ritorno preoccupandomi per cosa mi avrebbero detto i miei. Arrivai a casa esausto ma quando entrai mia mamma mi disse solo di sbrigarmi che era pronta la CENA. Quella sera avevo una fame da lupi, quindi mangiai molto. C’ era un piccolo GUSTATIONES con del pane con spalmato un po’ di GARUM. Poi ci fu la PRIMAE MENSAE con del pollo e del pesce. Io, affamato com’ ero mangiai tutt’ e due i cibi. Poi arrivò il momento della SECONDAE MENSAE, io mangiai una pera ed un dolce a base di frutta molto buono che cucinava sempre mia MATER. Poi dissi a mia MATER che ero stanchissimo e che sarei andato a dormire. Lei mi diede la buonanotte e io andai nel mio CUBICULUM. Mi tolsi la TOGA e mi misi sotto le coperte. Appena mi sdraiai caddi in un profondo sonno. E cosi finì questa bella giornata.   

Alessandro G.

 

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