All'Auditorium

 

Lunedì 22 aprile, noi alunni di quarta ci siamo recati presso l’Auditorium di Piazza della Libertà.

Una volta arrivati ci hanno accolto due signore: una storica e la custode del teatro. Ci hanno gentilmente spiegato che l' edificio era stato, in realtà, costruito dai fascisti.

Prima di farci entrare, le signore ci hanno chiesto perché il 25 di aprile è una data tanto importante. Io, che mi ero informata, ho risposto che quello era il giorno della Liberazione italiana dagli invasori tedeschi.

Le due donne, poi, hanno introdotto lo spettacolo: la protagonista, un’attrice di nome Rosanna, avrebbe recitato per noi varie vite di donne e bambine durante la seconda guerra mondiale…

Il teatro era molto vecchio, ma aveva un’ aria molto accogliente e terribilmente pacifica.

Dopo che ci siamo seduti, le luci si sono spente ed è cominciato lo spettacolo…

Da un angolo del palco è sbucata una ragazza di circa 35 anni con una strana, lunga gonna e una piccola agenda in  mano.

Ha chiesto i nomi ad alcuni dei miei compagni, si è seduta su una sedia posizionata al centro del palco e si è messa a scrivere sul suo quadernino.

Poi, finalmente, si è resa conto che la stavamo guardando e anche lei ci ha scrutati, ma con aria terrorizzata.

Ha recitato la parte di una mamma che spiegava bruscamente alla figlia che doveva fingere di non conoscere il padre, doveva dire di non essere di religione ebraica e affermare che l’autista era suo zio.

L’ attrice ci ha spiegato che nel periodo della seconda guerra mondiale, per alcuni ebrei era pericoloso rivelare il proprio nome. Ci ha raccontato anche di Sandro, un altro bambino ebreo, finito però nei campi di concentramento.

Insomma, come ci avevano anticipato le due signore, lo spettacolo è continuato mostrandoci le vite di bambini ebrei sfortunati, appunto, come Sandro e Liliana Treves.

Una parte dello spettacolo mi ha colpito tanto profondamente e, precisamente, quando Rosanna ha raccontato un momento dell’infanzia di Lia Levi, una ragazzina di religione ebraica. 

Terminata la guerra,  ha scritto ad una radio per raccontare la sua brutta esperienza nei campi di sterminio. Si  è presentata dicendo che era una bambina ebrea, ma sua mamma l’ha interrotta affermando che non era una bambina ebrea, ma una bambina e basta.

Prima di sparire, l’ attrice Rosanna ha lasciato dei bigliettini ad alcuni di noi, invitandoci a  conservarli con cura.

Abbiamo riflettuto un istante ed espresso i nostri dubbi.

Siamo usciti, poi, dall'edificio e le gentili signore ci hanno spiegato che i nomi delle vie, lì intorno, sono dedicate ai partigiani defunti.

Questo spettacolo è stato molto istruttivo e  mi ha fatto pensare: possibile che l’uomo sia così spietato e cattivo?!?

Spero che non ci siano più guerre nel mondo e che regni per sempre la pace.

Sono molte le ingiustizie che hanno subito gli ebrei e la minaccia rappresentata dai tedeschi per loro, è stata la più assurda e brutale.

Tutti  siamo uguali, non c’è nessuna differenza dovuta alla religione o al colore della pelle!

Inoltre, penso che la mamma di Lia abbia avuto proprio ragione: siamo bambini e basta!!!!!!!!!!

                                 Valeria

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