Una giornata all'Auditorium
Lunedì 22 aprile 2013, noi
delle classi, 4°A e 4°B, a piedi, con le insegnanti Roberta, Cristiana ed
Eleonora, siamo andati all'Auditorium di Piazza della Libertà, per assistere al
monologo dell'attrice Rosanna.
In mezzo al palcoscenico c’era una sedia, e nient’altro, poi, una dolce ma un
po’ triste sinfonia, ha introdotto l’artista, che ha narrato quattro racconti
distinti di quattro ragazzi.
Questi racconti erano ambientati tutti nello stesso periodo, la seconda guerra
mondiale, ed i protagonisti erano tutti Ebrei.
Il primo racconto era
dedicato a Liana Treves, una ragazzina di circa 13 anni. Rosanna ha incominciato
leggendo più volte, su un piccolo taccuino, il nome di Liana, poi ha girato
pagina e ha recitato una poesia.
La poesia parlava di come il proprio nome sia importante e se ti viene tolto, è
come se togliessero una parte di te.
Liana per non rischiare di
essere deportata nel campo di concentramento di Auschwitz, aveva dovuto
cambiare: nome, amici, città e parentele, senza capirne in pieno il perché.
Alle fine però, lei e la sua famiglia, erano stati scoperti e deportati. Liana era diventata un numero, il 7519, e con questo numero è morta.
Terminato il racconto, Rosanna ci ha spiegato un po’ di storia italiana.
Nel 1861 l’Italia era stata unificata e si fondava su un “patto di uguale
cittadinanza”. Ma nel 1922 l’Italia diventa fascista, e gli italiani non sono
più tutti uguali: ci sono quelli di “serie A” e quelli di “serie B”.
Quelli di serie B, sono quelli di religione e origini diverse, e per
colpa di Hitler, gli Ebrei furono i più perseguitati.
Poi, l’attrice è tornata ai racconti, parlando di un’ altra ragazzina, Donatella
Levi. Per partecipare ad un concorso, Donatella, aveva scritto una lettera, che
poi sarebbe stata letta in radio. La sua mamma però le aveva detto di non
scrivere che era Ebrea. Infatti anche lei aveva dovuto cambiare identità,
parentele, amici e città. Come Liana, ma lei, fortunatamente, si è salvata.
Anche Nedo e Sandro, gli altri protagonisti dei racconti di Rosanna, hanno
dovuto fare le stesse cose: Sandro era scappato in Svizzera e Nedo presso la
zia.
Quando Rosanna ha terminato i racconti, ad alcuni di noi è stato dato un
biglietto con il nome dei quattro protagonisti ed è stato chiesto di custodirli
bene.
Poi le luci si sono accese e Rosanna ed Elisabetta, una storica, si sono sedute
sul bordo del palco, per rispondere alle nostre domande.
Elisabetta ci ha raccontato, di come vivevano gli Ebrei in quegli anni, dei
partigiani, dei fascisti, della guerra e di come il 25 aprile sia diventato un
giorno di festa. Infatti, è il giorno in cui l’Italia è stata liberata ed è
finita la Seconda Guerra Mondiale, almeno in Italia.
Non posso dire che questa mattinata sia stata “bella”, perché mi ha un po’
rattristata, ma è stata sicuramente molto interessante. In classe, avevamo già
parlato delle vicende degli Ebrei e delle loro persecuzioni, e anche della
Seconda Guerra Mondiale, con le sue atrocità. Ma, come mi è capitato con Anna
Frank, sentire questi racconti, vissuti in prima persona da ragazzi QUASI della
mia età, mi ha fatto molto riflettere, principalmente, su quanto noi siamo
fortunati.
Conoscere cosa è successo in passato, ci deve aiutare a non compiere più gli
stessi errori. Perché questo sia
possibile, bisogna ricordare, ma soprattutto capire che siamo tutti uguali,
anche se è giusto che ognuno di noi sia “diverso”.
SofiaJ