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Tuttavia, l’anatroccolo grigio da quel giorno fu scherzato da tutti gli animali del cortile. Le galline e le anatre lo urtavano, mentre il tacchino, gonfiando le sue piume, lo impauriva.
Nei giorni che seguirono, le cose si aggravarono: il fattore lo prese a calci e i suoi fratelli non perdevano occasione per deriderlo e trattarlo male.
Il piccolo anatroccolo era molto infelice. Un giorno, stanco della situazione, scappò da sotto la siepe. Gli uccelli, vedendolo, si rifugiarono nei cespugli. “Sono così brutto che faccio paura!” pensò l’anatroccolo.
Continuò il suo cammino e si rifugiò, esausto, in una palude abitata da anatre selvatiche che accettarono di lasciargli un posticino fra le canne.
Verso sera, arrivarono due oche selvatiche che maltrattarono il povero anatroccolo già così sfortunato. Improvvisamente, risuonarono alcuni spari… le due oche caddero morte nell' acqua! I cacciatori, posti intorno alla palude, continuarono a sparare. Poi i loro cani entrarono tra i giunchi e le canne.
Al calar della notte, il rumore cessò.
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