L’ANGOLO
DELLA STORIA
È
esistito davvero il dottor Frankenstein?
Più
o meno.
Il
fisico Giovanni Aldini (1762- 1834), nipote di Luigi Galvani, si
dilettava nello studio degli effetti dell’elettricità sui cadaveri
tentando di riportarli in vita, proprio come faceva il dottor
Frankenstein nel romanzo di Mary Shelley, assemblando parti diverse
di corpi. Alla luce del sole. Aldini però non compiva i suoi
esperimenti in segreto, come il protagonista del romanzo, anzi:
organizzava rappresentazioni pubbliche, durante le quali, applicando
corrente elettrica a corpi umani e animali, faceva loro aprire occhi
e bocca e contrarre gli arti. Così accadde che, durante un
esperimento, il petto di un cadavere parve sollevarsi per effetto di
una contrazione... e l’assistente di Aldini morì d’infarto.
Meglio impiccati. Per i suoi “spettacoli” il fisico si serviva
dei cadaveri di condannati a morte. Dal momento però che in quasi
tutti i Paesi le esecuzioni avvenivano per decapitazione (e lui
preferiva i corpi interi), nel 1803 si trasferì a Londra, dove si
giustiziava per impiccagione.
Fonte:
Focus
Punizioni
divine
Tre,
quattro, cinque saette. Semplici scariche elettriche, per noi.
Messaggi divini, per gli Etruschi, un tempo ritenuti i massimi
esperti in fatto di fulmini.Ad ogni temporale sacerdoti e...
Tre,
quattro, cinque saette. Semplici scariche elettriche, per noi.
Messaggi divini, per gli Etruschi, un tempo ritenuti i massimi
esperti in fatto di fulmini. Ad ogni temporale sacerdoti e indovini
studiavano forme e posizione di questi fenomeni naturali. Scagliati,
a loro dire, dagli dei inviperiti con qualche mortale. La prima
saetta era spesso considerata un “avvertimento”. Se non si rigava
dritto, scattava il secondo lampo, quello della “collera” vera e
propria. E chi sgarrava ancora veniva punito con una terza scarica
devastatrice. Passata la tempesta, i luoghi colpiti dai fulmini
venivano accuratamente recintati. E poi evitati come la peste,
calpestarli portava sfortuna.
Fonte:
Focus
VAI
ALLA PAGINA RISATE BOOM