La fatina della luna
C’era
una volta
una fatina
di nome
Giovita.
Tutti la chiamavano così perché a loro sembrava che veniva da Giove. Lei era bionda e aveva la pelle turchese e gli occhi verde mare. Era triste perché aveva come amiche solo delle piccole fatine. Una si chiamava Lola, Daiana e Giuditta. Lei era da una parte contenta e dall’altra parte triste perché voleva avere un’amica molto piu grande.
Un giorno si mise a volare con le sue ali verdi brillanti e arancioni con punti gialli sul dorso. Un anno dopo si mise in volo verso una grotta e con le sue amiche fatine. Giovita era ancor più felice di averle, perché sentiva il loro affetto che gli entrava nel corpo. Allora era felice e pensò: “Ho capito che le fatine mie amiche mi vogliono veramente bene“. Quando pensava a quello si sentiva molto bene, perché lei non credeva che gli volessero così bene. Invece era vero, perché il bene non vuol dire regalargli tutto quello che vuole ma vuol dire provocargli il bene anche senza dargli tutto.
Arrivarono
alla grotta.
C’era una
pietra chiamata
avventurina rossa.
Loro 4
iniziarono a
meditare, ma
era solo
plastica rossa
per farla
sembrare una
pietra vera
con attorno
altre pietre
finte. Dopo
arrivò il
cattivo di
nome Mordor,
l’aquila, che
prese nel
becco le
fatine e
le legò.
Loro si
dimenavano come
per dire
“liberami” ma
l’aquila non
le mollò. Allora
passo di
lì una farfalla
gigante che
prese l’aquila
e la butto nel
lago nella
bocca di
una balena
che la
mangiò.
La
fatina invitò
le amiche,
più la farfalla, a
casa. Le
disse “Grazie.
Ci hai salvato la
vita, grazie.”
e vissero
felici e
contente.
GIULIA
S.