Anche a me una volta...

Era una delle solite noiosissime lezioni di lingua sull'analisi grammaticale all'ultima ora (e vi dico io, sentir parlare la maestra di analisi grammaticale all' ultima ora secondo me sparge un effetto soporifero terribile, soprattutto con la maestra Susanna).

Siccome io di voglia d'ascoltare la maestra non ne avevo, parlare con la mia compagna di banco era impossibile perché lei seguiva la lezione a bacchetta (anche se non capiva, e non ho mai capito, come facesse) e dato che ero vicino alla finestra e non volevo né sorbirmi la lezione né appisolarmi, mi decisi a guardare fuori.

Non so, ma in quel momento il cielo mi imbambolò: era bello, strano, non riesco ad esprimere il suo colore non era né troppo intenso né troppo chiaro con dei cirri enormi e bianchissimi, insomma era bellissimo.

Questo però durò poco finché la maestra mi disse: "Hei piccola vedetta lombarda ci sei?".

Allora a me venne da dire: "Ma non vedi che sto sognando?" Però non ho detto niente e mi sono messo ad ascoltare la maestra.

Non sapevo (e non so) se avevo sognato ad occhi aperti o soltanto immaginato però mi ero sentito una parte di cielo.

Emanuele  G. 

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