VISSUTI DI PICCOLI INFORTUNI...

Alessia racconta

Caterina racconta

Chiara racconta

Lucio racconta

Alessandra racconta

Federico racconta

Michele racconta

Najwa racconta

Alessia racconta...

Un giorno dell' estate scorsa mi sono voluta iscrivere a un concorso di pattinaggio a Milano. C'erano il papà e la mamma . Era arrivato il primo giorno del concorso e io ero molto felice di iniziarlo. I maestri ci  hanno fatto una veloce lezione, e le mie compagne ed io abbiamo  imparato i passi, per  esempio come si fa il girotondo per  girare tutta la pista, ed è andato tutto bene. Il giorno seguente io e le mie compagne ci siamo divertite un sacco, abbiamo avuto una lezione stupenda e abbiamo fatto le piroette. Durante la lezione del pomeriggio una mia amica mi aveva detto di provare a fare la piroetta. Io ho provato ma non ci sono riuscita e poi qualcosa mi diceva di non farlo perché non le avevo mai fatte senza maestro. E così sono caduta: mi sono rotta addirittura una caviglia! Mi hanno dovuta portare in ospedale dove me l' hanno ingessata. Quando ero in ospedale mi sono proprio pentita di quello che avevo fatto e mi sono data torto da sola. Prima dovevo pensare a quello che stavo per fare! Avevo proprio sbagliato a non usare il mio cervello, non dovevo ascoltare la voce di altre persone ma pensare e decidere da sola. Sempre nell'ospedale ho imparato che non devo ascoltare gli altri, quando mi dicono di fare una cosa che io penso sia sbagliata, ma ASCOLTARE LA MIA TESTA. Capirò così di non fare cose che non posso fare, e non mi costerà niente.

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CATERINA racconta...

Tre anni fa in un giorno come tanti ero a fare un giro in bici per la città con mio padre per prendere un po' di aria fresca. Eravamo con una sola bici: mio padre pedalava e io ero seduta sulla canna. Stavamo passando in una via che non era un granché  se non per un' attraente cartoleria costruita in un angolino lungo la strada. Era ed è ,  perché c' è ancora ed è molto carina , allestita bene e c'era di tutto. Io, dalla canna della bici vedevo in grande tutte le cianfrusaglie esposte .

Ogni tanto le passo davanti  e penso che è tuttora carina , ma , per me , è MALEDETTA ; lì mi è capitato un infortunio!

Quella volta ero così impegnata a guardare la cartoleria che mi ero dimenticata di tenere i piedi  lontani dai raggi della bici e uno è finito dentro una ruota. Ero molto addolorata e ho detto a papà di fermarsi im-me-dia-ta-men-te! Per fortuna che andava piano!

La bici si è fermata di scatto senza provocare ruzzoloni e cadute possibili, specialmente  a papà che mi è apparso subito sotto shock, ma solo una piccola sgommata e una storta al mio piede  stretto nei raggi . Nulla di più, per fortuna!

Anche perché c' era una signora che voleva aiutarmi ed era preoccupata. L' ho subito rassicurata, così lei è tornata a casa o dove doveva andare, convinta che non c' era bisogno di chiamare soccorsi.

Mio padre, ritornato roseo, mi ha aiutato ad estrarre il piede dai raggi, poi mi ha fatto scendere dalla bici per vedere bene quello che mi era successo. A parte un violetto generale che stava colorando il mio piede tutto era ok. Solo che lo spavento restava. Non avevo sbagliato sul fatto di godermi la vetrina, ma dovevo stare attenta, e invece ho sottovalutato le conseguenze di quello che mi poteva accadere se non prestavo attenzione a tenere i piedi ben lontani dai raggi. Ho imparato la lezione! Ora starò attenta a dove tengo i piedi quando vado in bici sulla canna anche se a proteggermi c' è un supporto apposta.

Non dimenticherò quel livido enorme...Attenti...le meraviglie ti possono costare quando c'è di mezzo la distrazione! Inoltre poiché a scuola stiamo inventando messaggi per non avere infortuni, che talvolta fanno ridere, so che ne terrò sempre conto.

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chiara  racconta

L' anno scorso mi sono aggrappata a un mobile alto rosso e sono salita in groppa a mia sorella . Mia sorella appena fatti un po' di passi , si è fermata, io  ho perso l'equilibrio  e sono caduta all' indietro sbattendo  forte forte la testa! Sentivo tutte le formiche che mi passavano nel corpo, vedevo tutto doppio e avevo una paura bestiale . Mi hanno portato al pronto soccorso e mi hanno detto che il livello era giallo (GRAVE) . Sono andata dal dottore e mi ha detto che non dovevo fare più niente di simile e poi sulla mano mi ha fatto timbro . 

Sono stata a casa per una settimana perché  mi  faceva tanto male . Ho sbagliato perché non dovevo dare ascolto a mia sorella che mi diceva di fare quel gioco. La prossima volta devo pensare alle conseguenze, cioè non dare ascolto a nessuno che mi consiglia di fare qualcosa di pericoloso . Io sapevo che potevo farmi male ma non sono stata prudente. non lo farò mai più

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LUCIO racconta

L' infortunio mi è successo più o meno tre anni fa, a Febbraio.

Io, mio papà e le mie sorelle stavamo tornando a casa dalle bancarelle , nel Vietnam.

Mia mamma era rimasta in camera nel nostro hotel chiamato Royal.

Dicevo, stavamo tornando quando io e le mie sorelle abbiamo deciso di fare una gara:  chi  arriva va prima alla reception, senza ascoltare il papà che diceva di non correre.

Io correvo come un pazzo ,  anche le mie sorelle  dietro di me di qualche metro,  quando mio papà ha esclamato:- Attento Lucio!-  io mi sono girato . . . è stato un disastro!

Mi sono schiantato  completamente sul vetro d 'entrata dell' hotel.

Le  mie sorelle  sono scoppiate a ridere, ma io no e fra me e me  mormoravo mentre mi riempivo di lividi:- Che umiliazione!- Fortunatamente non mi ero procurato danni  così forti da richiedere un intervento medico.

Avrei solo dovuto non toccarmi per parecchi giorni  perché i lividi facevano male al contatto.

E . . . tutti lontani da me !    

Avrei dovuto ascoltare il papà da subito ,  non quando ormai ero lanciato in una corsa incontrollata.

Da quella  volta io ho dato retta al mio papà sempre  . O quasi .

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ALESSANDRA racconta

Ah, che male quella volta! Era l'estate dell' anno scorso. Ero nella mia casa al lago e stavo facendo delle nuotate in piscina, con mio papà, mia mamma e mio fratello Leo. Uscita dall'acqua mi sono messa a correre per andare a prendere le ciabatte e hop!  Sono caduta. Io stavo malissimo, non ho neanche mangiato quella volta, ma sono corsa all'ospedale di Brescia con la mamma e un'amica di mia mamma. Avevo battuto la testa e mi era venuto un trauma cranico. In ospedale mi hanno controllata e tenuta sotto controllo due giorni, poi mi hanno dimessa dicendo che era tutto a posto. Io credo di aver sbagliato a correre in piscina e la prossima volta credo che non farò più questa cosa ma starò più attenta.

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FEDERICO  racconta

Quattro anni fa sono andato sul Monte Rosa a sciare con mia sorella, mio fratello e i miei genitori. I primi due giorni ho sciato senza problema ma il terzo no. Dato che era l'ultimo che passavo in montagna avevo a disposizione solo un' ultima discesa. Ero salito in funivia perché mi era venuta una bella idea, quindi ho chiesto a mio papà se mi potevo lanciare da lì e lui mi ha detto di sì. Così dopo qualche secondo di preparazione, seduto sul seggiolino mi sono buttato un po' impaurito, ma grintoso sulla stretta pista. Il mio sci però si è incastrato sulla neve e dopo anche l'altro, così entrambi si sono staccati dai piedi e io sono volato contro un albero e mi sono rotto una gamba. Subito dopo l'impatto con l'albero non mi sentivo più la gamba, però sentivo un leggero formicolio quasi piacevole, ma mescolato a molto dolore. I miei genitori mi hanno portato all'ospedale, e lì i medici mi hanno ingessato la gamba. Mi sentivo stupido, non avrei dovuto fare una cosa così pericolosa a sei anni. Avevo perso due cose, la prima era la mia ultima discesa e la seconda era la mia gamba destra. Una però l'ho guadagnata: ho capito che devo fare più attenzione quando faccio lo spericolato. Che senso ha rischiare se poi alla fine ci perdi sempre qualcosa?

Comunque da questa esperienza ho imparato che esiste il dolore e ho inventato un nuovo detto che dice "CHI RISCHIA PRIMA, PERDE DOPO".

D'ora in poi starò molto più attento e penserò prima di fare scelte affrettate.

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MICHELE racconta

Quella volta è successo che mentre ero alla scuola materna, alla fine della lezione di inglese, saranno stati 4 anni fa, stavo correndo nel corridoio velocissimo e ad un tratto un mio compagno di nome Paolo ha iniziato a correre anche lui.

Allora io mi sono spostato a sinistra, ma anche lui si spostato sempre a sinistra, alla fine non siamo riusciti più a fermarci, e lui con la sua testa dura mi ha rotto il labbro. Non c'era nessun altro tranne noi due e altri bambini. Mentre mi stavo alzando con il labbro aperto in due, un gruppo di bambini disattenti sono inciampati su di me, loro non si sono fatti male, ma a me hanno rotto due costole.

Son dovuto andare all'ospedale, mi hanno messo dei piccoli cerotti sulle labbra e visitandomi hanno anche visto che oltre alla rottura delle costole  mi ero slogato un polso. Non sono potuto andare all'asilo per due mesi. Io penso di aver sbagliato nel correre molto veloce in un posto molto stretto e di non essere stato attento a quello che facevo. La prossima volta se mi capiterà non correrò e starò più attento, e come dice il detto:"L' ATTENZIONE è sicurezza"

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NAJWA  racconta

Quella volta mi sono fatta male: mi sono tagliata il dito. Stavo giocando a pirata con il coltello con mia cugina, ad un tratto abbiamo visto che stava per arrivare mia zia e allora abbiamo pensato di scappare perché se ci  vedeva giocare con il coltello ce lo toglieva. Mia cugina ha mosso la mano, mi ha toccato con la lama e mi  ha tagliato il dito. Poi ha iniziato a urlare, mia zia l' ha sentita, è corsa subito e appena mi ha vista è svenuta. Io ho iniziato ad  urlare e a piangere invece mia cugina è andata a telefonare a mio zio e gli ha raccontato quello che era successo. Mio zio è arrivato e di corsa mi ha portato al pronto soccorso. Al pronto soccorso mi hanno dato subito due punti e mi hanno fasciato il dito, poi mi  hanno mandata a casa. Ho sbagliato perché non dovevo giocare con il coltello. La prossima volta non lo farò più e giocherò con altre cose, in altri modi, stando più attenta.

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