- Oh! Posso ancora covare per un po’. Un giorno di più che vuoi che mi importi! – rispose l’ anatra ben decisa -
- Tu sei l’ anatra più testarda che io conosca! – borbottò allora la vecchia anatra allontanandosi.
Finalmente il grosso uovo si aprì e lasciò uscire un grande anatroccolo brutto e tutto grigio.
- Sarà un tacchino ! – si preoccupò l’anatra. – Bah! Lo saprò domani! –
Il giorno seguente,
infatti, l’ anatra portò la sua piccola famiglia ad un vicino ruscello e saltò
nell’ acqua: gli anatroccoli la seguirono tutti, compreso quello brutto e
grigio.
- Mi sento già più sollevata . – sospirò l’ anatra – Nuota. Vuol
dire che non è un tacchino! Ora,
La piccola comitiva camminò faticosamente fino al laghetto e gli
anatroccoli salutarono le altre anatre.
-Oh! Guardate, i nuovi venuti! Come se non fossimo già numerosi! … e questo anatroccolo grigio non lo vogliamo ! – disse una grossa anatra, beccando il poverino sul collo.
-Non fategli male! – gridò la mamma anatra furiosa.
-E’ così grande e brutto che viene voglia di maltrattarlo ! – aggiunse la grossa anatra con tono beffardo.
– E’un vero peccato che sia così sgraziato, gli
altri sono tutti adorabili. – rincarò la vecchia anatra che era andata a vedere
la covata.
-Non sarà bello adesso…può darsi però che, crescendo, cambi. E poi ha un buon carattere e nuota meglio dei suoi fratelli. – assicurò mamma anatra e lo accarezzò con il becco – Andate, piccoli miei, divertitevi e nuotate bene!-